Stanze di Dante

DANTELe Stanze di Dante: workshop d’accoglienza e scambio tra pari di culture diverse  nelle scuole di Reggio Emilia

Le nostre finalità: favorire attraverso pratiche di peer education e di accompagnamento la costruzione di relazioni positive fra pari in età evolutiva !1. autoctoni, 2. immigrati da lunga data e 3. immigrati appena giunti in Italia; aiutare questi ultimi a superare lo shock culturale iniziale; incrementare le loro possibilità di entrare in reti di pari che li aiutino nel sostegno alla frequenza scolastica e nel potenziamento degli apprendimenti, ed in particolare dell’apprendimento della lingua italiana.

Cosa facciamo, come e perchè: Le Stanze di Dante sono delle strutture pomeridiane in cui dei giovani volontari delle scuole medie superiori di Reggio Emilia, guidati da giovani psicologi tirocinanti o borsisti dell’AUSL di Reggio Emilia a loro volta supervisionati da psicologi più anziani dell’Ausl, aiutano bambini, ragazzi e giovani immigrati appena arrivati in città e in provincia ad apprendere l’italiano, a mediare il loro rapporto con la scuola e ad entrare in reti di pari che comincino a dare senso al loro essere qui e quindi li supportino nel superamento del cosiddetto shock culturale iniziale.

Anche se i  giovani autoctoni e immigrati da lunga data impegnati nelle Stanze di Dante sono a tutti gli effetti dei peer educator, le attività che si svolgono in queste strutture non sono ascrivibili esclusivamente alla peer education poiché la presenza in esse di giovani psicologi tirocinanti e borsisti con funzioni di coordinamento, e di psicologi meno giovani che supportano questi ultimi da un punto di vista tecnico imprime alle Stanze di Dante una dimensione verticale che noi abbiamo chiamato accompagnamento.

Il modello è quello mutuato dall’esperienza di Gancio Originale (vedi documento allegato N.1) in cui una complessa rete centrata sull’accompagnamento è stata messa in piedi con l’aiuto della scuola reggiana sui temi del disagio minorile fin dal 1991.

Come funziona questo modello?

Anno per anno i tecnici della Ausl propongono un gancio a tutti gli studenti delle superiori di Reggio Emilia che li vincola ad entrare in un gruppo operativo che solitamente comprende altri dieci o dodici studenti, gruppo che è guidato da uno psicologo tirocinante e che è destinato per un anno a prendersi cura: a. di un certo numero di bambini o di ragazzi a rischio; b. dei minori immigrati appena giunti nelle nostre scuole.

Chiamiamo workshop le attività rivolte ai primi, Stanze di Dante quelle rivolte ai secondi.

Una volta individuati e formati i giovani volontari nascono nelle scuole, e perciò senza alcuna spesa per l’Ausl e per le scuole medesime, dei workshop eo delle Stanze di Dante in cui 1012 giovani volontari seguono altrettanti bambini e ragazzi a rischio, o – nel caso delle Stanze di Dante, altrettanti minori appena arrivati, sotto la direzione di giovani  psicologi tirocinanti e, da qualche tempo, di studenti di scienze dell’educazione che svolgono con noi il loro tirocinio “in itinere”.

Importanti in tutte queste attività e in tutti questi passaggi sono docenti referenti che ogni scuola ha, i quali: 1. fanno da mediatori fra workshop e Stanze di Dante e le singole scuole; 2. garantiscono la presenza in esse di spazi adeguati alle attività in oggetto; 3. concorrono sia nella individuazione dei volontari (nelle superiori) sia e nella segnalazione ai servizi della ausl dei soggetti che hanno prevedibilmente bisogno di sostegno: bambini e ragazzi a rischio, minori immigrati appena giunti (nelle medie inferiori e nelle elementari).

Inquadrate in questo modo le Stanze di Dante all’interno della più longeva struttura di volontariato giovanile “Gancio Originale” torniamo ora a vedere ciò che a partire dal 2000 avviene in esse.

Reggio Emilia è una realtà territoriale in cui si concentrano ormai da oltre 15 anni immigrati provenienti da varie parti del mondo. Questi i dati che è possibile reperire nel sito Migr@Re a cura dell’Osservatorio per le famiglie del Comune di Reggio Emilia: http://www.migrare.it/Assistenza/migrare05/migrare.nsf/pagine/FF88A49AB2F56287C1257291002E2ADF?OpenDocument

Tutto ciò ha profondamente modificato la scuola reggiana, che risulta in ogni ordine e grado fra quelle che ospitano più minori immigrati anche rispetto alle altre province emiliano-romagnole (notoriamente fra le più investite in Italia dal flusso migratorio):

provincia Alunni non italiani per 100 alunni frequentanti Alunni con cittadinanza non italiana per 100 frequentanti in tutti i comuni della provincia Cittadinanze rappresentate Stato estero di cittadinanza più rappresentato % alunni stato estero più rappresentato sul totale degli alunni non italiani
Nel comune capoluogo Negli altri comuni della provincia
Bologna 8,60 8,09 8,30 120 Marocco 26,20%
Ferrara 3,93 5,89 4,96 74 Marocco 24,11
Forlì 6,11 7,66 7,16 80 Albania 23,48
Modena 8,48 10,41 9,78 110 Marocco 30,62
Parma 7,77 8,73 8,24 110 Albania 16,23
Piacenza 7,77 12,10 9,89 86 Albania 24,64
Ravenna 6,69 6,72 6,70 84 Albania 25,33
Reggio E. 9,83 10,76 10,39 108 Marocco 22,70
Rimini 8,38 7,37 7,91 79 Albania 27,40

(fonte: http://www.scuolaer.it/allegato.asp?ID=215163 )

Uno degli aspetti principali del ricongiungimento familiare – che caratterizza fortemente il processo migratorio attuale a Reggio Emilia – è nel fatto che al ricomporsi del nucleo familiare corrisponde l’ingresso in scuola e, prima ancora, nei nidi e nelle materne di bambini, ragazzi e giovani provenienti da altre culture, che hanno vissuto parte della loro vita in una cultura diversa da quella di arrivo e in un contenitore primario caratterizzato dall’assenza di uno  o di entrambi i genitori. Cultura di appartenenza e contenitore primario che all’improvviso devono essere messi alle spalle per raggiungere quella parte del nucleo originario che aveva dovuto abbandonare, per vari motivi, la propria terra per cercare fortuna qui da noi, a Reggio Emilia.

Tutto ciò innesca in questi soggetti in età evolutiva uno shock culturale iniziale che consiste nella sensazione di non avere più, fino al momento in cui i tratti fondamentali della cultura egemone non siano stati conquistati, strumenti interpretativi adeguati alla stabilizzazione del mondo che li circonda e strumenti comunicativi capaci di mettere i nuovi arrivati in una situazione di scambio con gli autoctoni.

Le stanze di Dante sono delle strutture in cui giovani autoctoni e immigrati di seconda generazione che già padroneggiano la lingua italiana aiutano i soggetti immigrati in età evolutiva appena arrivati a superare lo shock culturale iniziale predisponendo con l’aiuto di adulti qualificati una serie di situazioni di apprendimento proposti in forma ludica in cui sia possibile per tutti imparare giocando insieme e, nel gioco e attraverso il gioco, trovare delle modalità che permettano a tutti i presenti: a. di sentire quel luogo – la Stanza di Dante – come proprio; b. di condividere i tratti fondamentali della lingua italiana standard; c. di valorizzare l’apprendimento e con ciò permettere a coloro che sono appena arrivati di potere essere produttivi sul piano scolastico (cfr anche il filmato di cui a questa pagina del Ministero della Pubblica Istruzione: http://www.pubblica.istruzione.it/eventi/tuttiascuola2004/esperienze_raiedu_2004.shtml). –

.Il fatto che il tutto sia inserito all’interno di una catena dell’accompagnamento in cui varie coorti (bambini, ragazzi, giovani delle superiori e psicologi neo-laureati) e varie generazioni (bambini, ragazzi, giovani e adulti della scuola e dell’Ausl) si sentano ugualmente coinvolte permette inoltre a tutti i soggetti coinvolti di essere raggiunti da una serie di metamessaggi molto importanti da un punto di vista educativo e formativo: – la valorizzazione e il rispetto dell’altro da me, – la condivisione di un progetto che si dipana nel tempo e che quindi richiede l’assunzione di un impegno e una responsabilità che dura almeno tutto l’anno scolastico. Per cui La Stanze di Dante sono anche un luogo in cui nel momento in cui ci si prende cura del minore immigrato appena arrivato ci si prende anche cura di sé.

Da quando esistono le Stanze di Dante: Le Stanze di Dante ormai sono presenti nelle scuole reggiane fin dal 2000

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