I coltivatori di zucche

di Claudio Davoli

(letta la sera del 13.11.15 alla cena di beneficenza di Gancio)

C’erano una volta , una donna e un uomo che nel loro orticello pensarono fosse utile e necessario coltivare un ortaggio diffuso un po’ ovunque ; le zucche . Iniziata così l’impresa non si accontentarono di far crescere normali zucche destinate a succulenti tortelli e pastosi risotti, maIMG_3388 si dedicarono a particolari varietà di cucurbitacee che avevano visto crescere in modo diverso da quelle solite .

Molte mostravano bitorzoli, altre strane manifestazioni che le facevano apparire insolite.

Qualche coltivatore diceva si dovessero assolutamente eliminare per evitare pericolosi contagi di quelle lisce e ben formate;persino le altre verdure dell’orto, come rapanelli e cavolfiori, sostenevano che si trattasse di anomalie ereditarie contro le quali nulla potesse essere fatto per riportale nei canoni stabiliti dal mercato degli ortolani.

Nessuno pensava che anche le zucche avessero orgoglio e amor proprio e che non amassero essere bistrattate. I nostri due coltivatori, messisi di buona lena, cominciarono a pensare che si potessero ascoltare anche le ragioni di quelle zucche stesse che crescevano senza rispettare appieno le regole della loro categoria.

Di giorno in giorno passavano un po’ del loro tempo a prendersi cura di ognuna di esse per dar loro modo di esprimere il disagio che provavano nel sentirsi escluse dalla comunità degli ortaggi o più semplicemente per ascoltare i piccoli e grandi problemi che una zucca in difficoltà incontra nella crescita.

Cominciò così ad emergere che molte non avevano ricevuto acqua a sufficienza, altre non erano state concimate a dovere, altre ancora erano state piantate in terreni troppo duri per consentire una crescita adeguata e di conseguenza avevano fatto quel poco che era nelle loro possibilità pur consapevoli della inadeguatezza che procurava loro tanta sofferenza. Il non poter essere trattate come ogni altro ortaggio, conferiti loro ruoli e funzioni nella preparazione di piatti prelibati, restare sempre tra gli scarti, le induceva talvolta a reazioni violente o a chiusure verso il resto dell’orto.

Preoccupati, i nostri due coltivatori iniziarono a far circolare l’idea che con le giuste attenzioni , adeguate conoscenze dei problemi che ogni zucca portava alla loro attenzione si potessero trovare modi e soluzioni idonei per diminuire o far scomparire del tutto bitorzoli, bogne e qualche brutta forma. Certo i due sapevano bene quanto fosse necessario che non solo il loro orto adottasse le iniziative che proponevano, ma che tutti i coltivatori del circondario operassero con gli stessi metodi e pari intenti.

La cosa prese piede piano piano e le zucche , chi più chi meno, iniziarono a cambiare aspetto, ad essere meno rugose e più accettate nell’orto. Non spaventavano più i giovani ortaggi né quelli vecchi poco abituati ad accogliere i cambiamenti. Così i due coltivatori pensarono potesse essere giunto il momento di trasmettere l’esperienza a chi li aveva ascoltati e condiviso con loro quei modi di coltivare le zucche insolite, convinti che solo così fossero intese,soltanto insolite, non anomale o inadatte all’orto in cui erano cresciute. Tutti noi, che continuiamo a coltivare zucche, li ringraziamo perché siamo certi che col loro insegnamento potremo fare tanti ottimi tortelli.

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